Diffusosi a livello internazionale, il termine startup, di matrice anglosassone, è stato sempre più utilizzato in diversi ambiti, molto spesso anche in maniera impropria. Infatti, oggi qualsiasi neo-azienda nei suoi primi due/tre anni di vita viene definita genericamente una startup.
Ma cos’è veramente una startup? E quali caratteristiche deve possedere per considerarsi tale?
Nel corso degli ultimi vent’anni, sono state attribuite diverse accezioni a questo termine.
Per Eric Reis (imprenditore ed autore del best seller “The Lean Startup”) “Una startup è un’organizzazione umana progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza”.
Per Paul Graham (fondatore di YCombinator, uno dei migliori incubatori al mondo) invece “la sola caratteristica essenziale di una startup è la crescita”.
Ma tra tutte la più popolare e universalmente accettata, che racchiude tutti gli elementi distintivi di questo tipo di impresa, è quella data da Steve Blank nel suo libro “The Startup Owner’s Manual”:
“La startup è un’organizzazione temporanea, che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile.”
Pertanto, le caratteristiche di una startup sono:
- la temporaneità, la startup è una fase transitoria, nasce già con l’obiettivo di crescere rapidamente e trasformarsi in un’impresa di grandi dimensioni;
- la sperimentazione, la startup è alla ricerca di un modello di business innovativo che le permetta di creare valore e di soddisfare al meglio i propri clienti, quindi deve fare molti tentativi per trovare la formula giusta;
- il modello di business deve essere ripetibile nei suoi processi (ingegneria, marketing, ecc.) e nello spazio, in contesti e tempi differenti, ed essere scalabile. Esso deve cioè permettere una crescita esponenziale in termini di dimensioni, fatturato e investimenti senza un proporzionale aumento dei costi.
A sostegno di questa tipologia di imprese, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha destinato una serie di misure, tra le quali vi è la costituzione del Green Transition Fund (GTF) per il supporto e lo sviluppo di start-up green attive nella transizione ecologica, per il quale sono stati stanziati 250 milioni, e la creazione di un Fondo Impresa Donna finalizzato ad incentivare l’imprenditoria femminile, che sarà in parte utilizzato per rinforzare NITO e Smart&Start, misure preesistenti che operano per agevolare la nascita di PMI e start up.