Tra le agevolazioni fiscali previste per le startup innovative assume particolare rilievo il patent box, un regime opzionale di tassazione agevolata per la ricerca e sviluppo. L’opzione ha durata per cinque periodi d’imposta ed è irrevocabile e rinnovabile.
Possono esercitare l’opzione i soggetti titolari di reddito di impresa, residenti sul territorio dello Stato, a condizione che svolgano attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla creazione e sviluppo dei beni immateriali.
Il vecchio patent box, introdotto nel nostro ordinamento con la Legge di stabilità 2015 art. 1 commi da 37 a 45 del 23 dicembre 2014, n.190, andava a calcolare il vantaggio fiscale sugli utili realizzati grazie agli “asset intangibili”. Si andava ad individuare il reddito agevolabile dall’utilizzo diretto o indiretto del bene immateriale, si calcolava il “nexus ratio” (dato dal rapporto tra le spese di ricerca e sviluppo e i costi complessivi afferenti al bene) e si effettuava il prodotto tra il reddito agevolabile e il nexus ratio. Un calcolo complesso, con una percentuale di deduzione del 50%, che andava a premiare le imprese che lavorano meglio.
La semplificazione, annunciata in Gazzetta ufficiale del decreto-legge n. 146 del 21 ottobre 2021, non è un mero snellimento della disciplina, ma un cambiamento radicale.
Infatti, all’Art. 6 del suddetto decreto fiscale, troviamo le seguenti novità:
- Il focus dell’agevolazione passa dagli utili ai costi sostenuti
- Una maggiorazione dell’aliquota, che passa dal precedente 50% al 90%
Il nuovo patent box, infatti, prevede una deduzione (ai fini delle imposte sui redditi e dell’IRAP) dei costi, maggiorati del 90%, sostenuti in relazione a:
- software protetto da copyright
- brevetti industriali
- marchi d’impresa
- disegni e modelli
- processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale e scientifico.
Questo significa che per ogni 100 euro spesi se ne deducono 190 con una variazione in diminuzione della base imponibile di 90.
A differenza degli anni passati, le imprese che decideranno di optare per il patent box non potranno più fruire del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo di cui ai commi 198 a 206 dell’Art.1 della Legge 27 dicembre 2019, n.160.
Nonostante le semplificazioni, l’iter rimane complesso. Il nostro ruolo consiste nell’accompagnare le aziende che investono nella ricerca e sviluppo a trovare la scelta migliore tra la super deduzione, prevista dal nuovo patent box, e il credito d’imposta.
Un’occasione da non lasciarsi sfuggire, per ottimizzare al meglio le agevolazioni.
Dott. Riccardo Bacchio
Consulente SMP Consulting s.r.l.